Una matita per la vita

A. ha iniziato a disegnare quando si è trovato costretto in un letto di ospedale, per circa due mesi, a causa di una malattia che è riuscito a curare. Durante questo periodo passava molto tempo da solo, perché nella camera c’era solo il suo letto. Ed è in questa solitudine che inizia a disegnare. Inizialmente utilizzava il retro dei fogli su cui era scritto il menù di quello che avrebbe mangiato durante il pasto.

Disegnava per lo più uomini, donne, animali, ma anche oggetti vari. Cercava sul telefonino dei soggetti interessanti, e li disegnava. Poi L. , un’ infermiera tanto brava a cui non importa di che colore è la tua pelle, gli ha regalato una matita, una gomma e dei fogli su cui disegnare.

 Oggi è passato ormai più di un anno da quel periodo, ma A. continua a disegnare perché vuole fare esperienza: è una cosa totalmente nuova, da piccolo non aveva matite e quaderni su cui disegnare.

E poi disegnare lo rilassa, lo aiuta a non pensare a passate sofferenze e nuovi problemi della vita, soprattutto quelli legati ai documenti che accomunano qualsiasi migrante.
Di recente ha iniziato a disegnare di suo spontanea creatività, in base a quello che la sua mente gli suggerisce.

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